Com’è andato il coming out con i miei

Ciao e ben ritrovati a tutti 🙂

Chi ci segue da tempo e ha guardato il video che abbiamo registrato una settimana fa per il progetto Le cose cambiano avrà forse notato un particolare…

Ebbene sì, dopo ben sette anni di paure, omissioni e angosce quasi quotidiane (lo avranno capito? mi sarò lasciata scappare qualcosa? oddio, non l’avrò chiamata “amore” senza rendermene conto??) ho finalmente fatto coming out con i miei!

A dire la verità è successo quest’estate, verso metà luglio, ma mi sono decisa a raccontarvelo solo adesso un po’ perché come al solito siamo state prese dal turbinio di eventi e continui cambiamenti che caratterizza da sempre la nostra vita e un po’ perché ho avuto bisogno di parecchio tempo per metabolizzare l’impatto che questa cosa ha avuto dentro di me.

Vi racconto com’è andata…

Come avevo già accennato in alcuni post e nella mia pagina di presentazione (che dovrò aggiornare al più presto, dato che sono passati ormai 5 anni da quando abbiamo inaugurato questo blog), pur non avendo mai avuto nessun tipo di remora a dire chi sono nella mia vita di tutti i giorni – sul lavoro, tra gli amici e in qualsiasi altra situazione fosse necessario o naturale parlare della propria vita sentimentale – c’era un grande ostacolo alla mia serenità: il fatto che i miei non sapessero ufficialmente nulla della storia tra me e Silvia.

Il problema è che, pur vivendo lontana da loro, questa cosa mi creava non pochi problemi: ogni volta che ci sentivamo per telefono avevo paura che mi sfuggisse qualcosa, che facessero domande o che dovessi in qualche modo giustificare decisioni, spostamenti o altre cose che si spiegavano solo con il fatto che io e lei stiamo insieme ormai da tanto tempo.

A tutto questo si aggiungevano gli incubi: quasi ogni notte sognavo di essere scoperta, con conseguenze terribili, o al contrario di essere accettata in un modo quasi “da favola”. Insomma, in una forma o nell’altra questo segreto di Pulcinella mi stava rovinando la vita, a tal punto che mi ero resa conto che vivevo con sempre maggior disagio anche quei pochi minuti di telefonata settimanale con i miei.

Poi un giorno non ce l’ho fatta più. Ho scritto un’e-mail di getto e, dopo essermi consultata con Silvia, l’ho mandata ai miei senza darmi la possibilità di ripensarci.

Ho vissuto la mezz’ora più difficile di questi ultimi anni, ma per fortuna mi hanno risposto quasi subito: devono aver capito che ero un tantino in ansia 🙂 E la risposta, se non proprio “da favola”, è stata molto migliore di quanto potessi sperare.

Ovviamente avevano capito tutto da anni… che, a saperlo, mi sarei risparmiata tanti di quei patemi… mannaggia! Ma al di là di questo, sebbene non possano dire di essere contenti o di “approvare” questa scelta (che poi, vaglielo a spiegare che non è esattamente una scelta!), vedono che ci amiamo e che stiamo bene insieme, quindi sono felici per me e per noi. E soprattutto, continuano a volermi bene quanto prima.

Dopo avere letto queste poche righe sono scappata fuori dall’ufficio e ho pianto come una bambina per un quarto d’ora 🙂

È talmente liberatorio, talmente un sollievo sapere che i tuoi non ti odiano che riesco a spiegarlo solamente così: è come se mi avessero d’un tratto tolto un peso da un quintale dalle spalle, un peso che era sempre lì, fisso, da più di 7 anni.

La cosa buffa è che nella mia testa pensavo che, superato quel momento, tutto si sarebbe risolto come per magia 😀

Ovviamente non è proprio così…

Rimangono tanti “non detti”: ad esempio, nella mail, non ho scritto “mamma, papà, sono bisessuale”. Come sapete, di norma ci tengo molto a specificare qual è il mio orientamento e a sottolineare che no, non sono lesbica, ma mi piacciono anche gli uomini. E non lo faccio per esibizionismo o perché sia in qualche modo più comodo, perché piuttosto che passare per etero preferisco che la gente pensi che io sia lesbica. Tuttavia, con i miei, avrei dovuto dare spiegazioni che non avevo voglia di dare e che, tutto sommato, non erano nemmeno necessarie: le mie battaglie da attivista bisessuale preferisco combatterle dove ce n’è davvero bisogno. A loro ho semplicemente detto che io e Silvia siamo una coppia e che lo siamo da 7 anni, perché è l’unica cosa che mi pesava veramente tenere nascosta.

Come dicevo, non è che da quel momento ci siano state grandi rivoluzioni nel rapporto con i miei: non se ne è più parlato e all’inizio sì, c’è anche stato un pochino di imbarazzo, che per fortuna è anche passato in fretta 🙂

Ma intanto non ho più incubi e non devo sudare freddo ogni volta che vado da loro e voglio chiamare Silvia per sapere come sta.

Insomma, da un certo punto di vista non è cambiato niente, ma allo stesso tempo è cambiato tutto.

Non devo più nascondermi, ed è questo che conta.

Soprattutto, finalmente ora posso metterci la faccia davvero ovunque, e la cosa mi riempie di gioia!

Noi davanti alla prefettura di Bologna per la manifestazione “Se mi annulli non vale”, 15 ottobre 2014

E voi? Avete parlato in famiglia del vostro orientamento? Come l’hanno presa?

Se vi va, raccontateci le vostre esperienze, i vostri dubbi, i vostri pensieri… E se volete contattarci o confrontarvi con noi in privato, potete scriverci in qualsiasi momento all’indirizzo scrivi@bproud.it.

Un abbraccio e a presto!

Fra

 

3 thoughts on “Com’è andato il coming out con i miei”

  1. Ciao Erica,
    leggo solo ora il tuo commento (sono stati mesi impegnativi, perdonaci…) e ti ringrazio anche a nome di Silvia per le tue belle parole.
    Ho anche letto il post sul tuo coming out: molto interessante, ti seguiremo!
    Continua così 🙂

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