La premessa è che sono un monogamo convinto. Alcuni sostengono che non sia naturale, alcuni che sia una costrizione culturale imposta dalla religione, altri non la scelgono perché non vogliono rinunciare al “divertimento”. A me semplicemente la poligamia (una volta si chiamava “coppia aperta”) non piace; non fa per me. Troppo geloso, troppo insicuro, troppe complicazioni, sofferenze subite o inflitte. C’ho messo tutta la buona volontà nel provarci un paio di volte ma niente.
Con queste premesse immaginate con quanto fervore e delizia io accolga la domanda: “Non ti manca mai stare con…?” al posto dei puntini metteteci ovviamente l’altro sesso rispetto a quello della persona con cui sto/stavo in quel momento.
Una volta mi metteva fisicamente in imbarazzo; mi faceva squillare tutti i campanelli d’allarme; entravo in ansia da prestazione. Una storia, la prima storia romantica che ho avuto con un uomo, è finita molto male a causa della sua incapacità di accettare la mia sessualità. Io lo amavo e lui anche; almeno credevo. Non so se l’insicurezza patologica possa convivere con l’amore profondo che per me è fatto soprattutto di sincerità e di comprensione e accettazione dell’altro. Fatto sta che la paranoia di sapermi attratto anche dalle donne, unita alle battute sarcastiche della compagnia di amici l’hanno sempre più avvelenato tanto che la storia non poteva più continuare. Con grande sofferenza di entrambi.
Un’altra storia importante si è sgretolata in parte per le insistenze di lei sulla mia bisessualità: allusioni, incomprensioni, richieste pruriginose di informazioni circa i miei bisogni emotivi e sessuali, giochi in camera da letto volti non al divertimento e alla ricerca di una intimità sempre più profonda ma forzati dalla sua convinzione (o paura) che io avessi bisogno di altro rispetto a quello che avevamo come coppia etero… Un po’ come quando mia madre mi disse di comprarmi un vibratore solo perché ero sbottato contro la mia fidanzata di allora con: “minchia, quanto è più facile stare con un uomo”.
La verità è che SÌ, mi manca. Stare con un uomo in intimità mi manca quando sto con una donna. Fare l’amore con un uomo è per me coinvolgente, totalizzante, passionale, dolce, tenero, violento, sporco (in senso letterale, ovviamente). Tutta un’altra cosa dal fare l’amore con una donna: coinvolgente, totalizzante, passionale, dolce, tenero, violento, un po’ meno sporco…
E non mi manca solo fisicamente. Per me il sesso è importante; molto importante; mi piace farlo, mi piace sperimentare, mi piace dar piacere e riceverne; mi piace giocare.
Ma “l’altro” non mi manca solo in quel senso. Stare con una donna, a differenza dello stare con un uomo, mi ha regalato momenti di intimità che, per la mia esperienza (forse per un mio limite), poche volte ho provato con un uomo. Una complicità diversa dall’intesa su quale birra aprire per prima; fatta di gesti, pensieri, azioni complementari.
Poi ci sono le volte in cui ti girano e pensi a quanto complicata sia la donna che hai davanti solo perché è “donna” (perché generalizzi –in fin dei conti sei un uomo: un essere semplice-); a quanto il loro modo di pensare sia distante dal tuo e quanto il loro pensare a ciò che pensi tu sia fuorviato dalla loro visione “panistica” delle cose. Infatti, nel tempo in cui tu hai pensato a dove mettere la chiavi per non dimenticarle, lei ha svuotato la lavastoviglie, aperto tutte le finestre di casa, pianificato la spesa da fare e messo su una lavatrice e nei ritagli di tempo ha pensato a quanto poco veloce tu sai essere, al perché e al cosa può fare per cambiarti e migliorarti. Vuoi mettere la comodità di vivere con un compagno di stanza eternamente adolescente? Tra i calzini mescolati alle scatolette di tonno… Un essere con la materia cerebrale e le priorità di Homer ma l’efficienza di un trattore: poche cose fatte quasi bene e senza chiederti aiuto né condivisione. Noi uomini di solito chiediamo aiuto solo quando non ci riusciamo da soli ed è una bruttisssssssima cosa…
Scherzi a parte, so che sto scadendo in luoghi comuni facilmente smentibili. Non posso tuttavia parlare di esperienze che non ho avuto. Ad esempio, non riesco facilmente a provare quella sensazione di protezione nei confronti di un uomo, non come la provo quando ho una donna tra le braccia. Forse perché la mia mente soffre di stereotipi di genere e quindi non sento familiare il bisogno di protezione di un uomo nei confronti di un altro uomo.
Forse è la presunzione di un uomo (come di una donna) di conoscere perfettamente come funziona la mente, l’emotività e il corpo di un suo “simile” (intendo: omeo-sessuato). Non è detto che sia così, ma a volte ci illudiamo che siano le differenze di genere che ci rendono diversi quando invece è il fatto di essere persone diverse che ci rende diversi.
Ma anche detta così non riesce a convincermi. Devo fare il New Age post litteram e parlare di energia. L’energia che avverto quando sono in una coppia etero è diversa da quella che provo in una coppia omo. In definitiva non so nemmeno io in che modo sia dissimile e perché. So solo che è differente.
In effetti è questo che forse fa di un bisessuale qualcosa di “diverso” da un etero e da un omosessuale: il fatto di essere attratti da modi diversi e ugualmente intriganti di interazione sia con uno che con l’altro sesso (perdonate la dicotomia di genere che sto riproponendo).
Resta il fatto che, a quella domanda, spesso in passato ho risposto “NO”: “non mi manca affatto stare con un/una uomo/donna quando sto con te”.
Falsamente, per convenienza, per comodità, per pudore fino a volte a negare quello che sono e come sono fatto. A volte senza entrare nei dettagli e abusando del “don’t ask, don’t tell”:
“Figurati se mi interessa quello che uno ha tra le gambe…”
“Sono bisessuale: questo significa che mi è del tutto indifferente”
“Sono le persone che contano e io mi innamoro delle persone”
Niente di più falso.
Mi spiego meglio: il fatto stesso di appartenere a due generi diversi, volenti o nolenti, fa spesso scattare degli stereotipi di genere. Spesso finisco, mio malgrado, per interpretare il maschio e lei la femmina. Ovviamente i comportamenti della società nei confronti della coppia accentuano questa dicotomia e la perpetuano e così il ferramenta a cui la mia compagna ha chiesto delle brugole la snobba e si rivolge a me per definire il calibro (il calibro… buffo no…?).
Paradossalmente, quando esci con un uomo, l’appartenere allo stesso genere ti consente più facilmente di assumere il ruolo emotivo, intellettuale, culturale e sessuale che in quel momento, in quella specifica relazione sono più naturali o più adatti, senza schemi preordinati. In realtà poi gli stereotipi si insinuano ugualmente se le persone sono amanti degli stereotipi e quindi ti capita di uscire con il ragazzo gay che non fa altro che sparlare delle sue “amiche” gay, che pensa che tutti gli etero siano dei gay repressi, che non ha amici perché tutti gli amici fighi sono potenzialmente scopabili mentre i rutti non vale la pena tenerseli come amici e, dulcis in fundo, che tu stai mentendo a te stesso e usi la bisessualità per non ammettere che in realtà sei gay.
Santa cuccagna, non sarà mica lo stesso fare l’amore con una femme fatale bollente rispetto a farlo con un bel otter pelosone???
Essere bisex non significa che sono attratto solo dalla personalità, dall’emotività, dall’intelligenza di una persona e non significa affatto che sia per me irrilevante l’apparenza fisica di una persona. Piuttosto vuol dire che sono attratto da persone che hanno organi genitali e (spesso) tratti somatici differenti. Per lo stesso motivo per cui non mi piacciono tutti gli uomini né tutte le donne. Mi piacciono le more e le rosse più delle bionde! Ok, questo non vuol dire che tutte le more e le rosse mi attraggono e non è affatto detto che una bionda o una coi capelli rasati non mi faccia sbavare. È uno dei fondamentali del sillogismo, ragazzi, andiamo…!!!
Ma sicuramente mi sbaglio… Infatti sono certo che un uomo eterosessuale, impegnato in una relazione monogama, sia certamente soddisfatto sempre e in tutte le sue esigenze e fantasie sessuali nei confronti del sesso femminile e non desidera assolutamente nessun’altra donna… infatti, come si sa, gay e bisessuali tradiscono per natura mentre le donne eterosessuali sono fedeli come delle Penelopi… e mio padre è Paperino…
E poi, se fosse così io sarei etero quando sto con una donna e gay quando sto con un uomo. Terzium non dato… ah no, in realtà quando sono single sono bisessuale… quindi tre in uno, meglio del supermercato…
La persona perfetta però c’è? Quella che ti dice “ti spezzo le gambe se scopro che mi tradisci”. Quella che ti mette il broncio quando esci in autonomia con un gruppo tutto tuo. Quella che guarda di sottecchi il ragazzo carino che ti sbatte gli occhioni o ti fulmina quando ti coglie a sbirciare il culo della figa di turno. Ma non ti chiede MAI: “non ti manca…?”
Perciò, alla fine, è proprio così: MI MANCHEREBBE, ma sono innamorato, e quando lo sono MI MANCHEREBBE ma NON MI VIENE IN MENTE.
Un enorme ringraziamento a Leonardo per questo bellissimo testo!
Immagine tratta dal sito odyssey.antiochsb.edu