“Ah ma ti piacciono anche gli uomini? Insomma questo e quello… né carne né pesce?” e giù a sghignazzare per coprire i battiti del mio cuore che stava impazzendo.
È questo che ho detto a mio figlio, anni fa, la prima volta che mi ha detto: “no mamma, non è che hai capito male, è lui L’EX di cui ti parlavo, è UN ex, non UNA ex…”
Col tempo mi sono pentita di diverse cose, come ad esempio di avergli suggerito di comprarsi un dildo per PRATICARE la sua bisessualità.
Mi ha spiegato che il suo orientamento (perché è un orientamento, come essere gay… ah sì: e anche essere etero…) non è come il brevetto di bagnino, che se non lo rinnovi poi scade e devi fare di nuovo l’esame.
Mi ha spiegato che è monogamo (e il cuore di mamma non sa se essere felice o meno) e che può essere felice se sta con un uomo o con una donna e che se gli manca, gli manca come a un etero che vuole scoparsi tutte le colleghe… mah… non sono convintissima.
Il coso poi l’ho comprato per me… utile però…
Amore, a parte lo smarrimento iniziale poi non ho accettato quello che mi stavi dicendo perché non c’è nulla da accettare. Io ho sempre pensato che l’amore non ha sesso e il sesso non ha occhi, per così dire.
In fondo l’ho sempre saputo che eri… diverso, da cosa? Da me? Io sono sempre stata etero (a parte il bacio con colei che mi ha insegnato a baciare) e ho sempre saputo che eri diverso da me. Più intelligente, più acculturato, più sensibile, più tutto.
Ma forse è così che ogni genitore vede i propri figli: diversi come lo siamo da tanti punti di vista.
Mi spiace che non ne abbiamo mai parlato; magari se ti avessi detto prima che lo sospettavo e tu mi avessi detto prima cosa avevi dentro avremmo risparmiato tempo.
Ho lavorato per anni in un ambiente in cui l’amicizia, l’amore, il sesso non avevano né genere né regola, anche un tantino troppo direi… ma le PERSONE con cui parlavo mi raccontavano dolori, struggimenti, passioni, amori, delusioni, innamoramenti, scappatelle ed era tutto quello che mi serviva sapere. Erano legami omo o etero? Sì, di tutto; erano cose a tre o più? Anche; erano persone con orientamenti dei più disparati ed erano mie amiche.
Mi hai detto che ti hanno fatto soffrire.
Se tu me le avessi raccontate tutte, se tu mi avessi presentato tutte le donne e gli uomini che ti hanno ferito, avrei potuto consolarti anche quando hai fatto tutto da solo. Avrei potuto dirti che sono le brutte persone che fanno del male, non gli uomini; che sono gli esseri umani egoisti che distruggono, non le donne; che sono gli individui immaturi a metterti le corna, non uomini, non donne.
Ero preoccupatissima quando abbiamo chiacchierato. “Ma anche al lavoro? Ma a chi l’hai detto?”
Mi hai spiegato che è proprio per reazioni come queste che fai quello che fai con il vostro blog; che hai conosciuto delle persone fantastiche, che parli di te, che scrivi, che racconti quello che ti è capitato e che ci sta capitando.
Perché altri possano non sentirsi soli come ti sei sentito solo tu un tempo.
E sono orgogliosa di te!