Oggi, per la rubrica “B part of my Family”, conosciamo Rhonda, una mamma transgender e bisessuale che abbiamo intervistato e la cui storia ci ha coinvolto moltissimo. Rhonda ha scelto di non chiudersi con il suo bambino e, grazie al dialogo e alla lettura condivisa insieme a lui, di aprirlo al suo mondo in modo che fosse pronto ad abbracciare le mille sfumature che lo circondano. Sappiamo che non è una scelta facile per tutti, ma un bambino abituato ad amare senza pregiudizi, anche attraverso l’esempio dei genitori, sarà un adulto che non giudica e non esiterà a mettersi a fianco di chi ha più bisogno. Quante volte avremmo voluto accanto persone così? Cominciare noi per primi a coinvolgere i nostri figli nelle tante sfumature della nostra vita è un ottimo primo passo.
Nome: Rhonda
Età: 45
Paese: Austria
Quando hai fatto coming out con te stessa?
E’ successo in più fasi. Ho fatto coming out con me stessa intorno ai 18 anni, probabilmente, quando andavo in discoteca e mi capitava di guardare con interesse persone di sessi diversi. Non mi è mai dispiaciuto “sbaciucchiare” persone di generi diversi e onestamente non mi sono mai posta troppe domande. La fase successiva è stata intorno ai 31 anni quando ho realizzato di non essere cisgender. Questa scoperta ha anche giustificato un po’, almeno ai miei occhi, il mio modo di essere: porsi domande sul tuo stesso genere ti apre a non definire rigidamente gli altri in base alla percezione del loro di genere.
E quando, invece, hai fatto comining out con il tuo/la tua partner?
Attualmente non ho un legame ma dato che sono out come persona transgender e molto fiera di esserlo posso dire che la parte bisessuale della mia identità è solo un piccolo dettaglio che tendo a spiegare subito appena parlo di me stessa. La parte di me che crea più problemi agli altri è il mio essere trans ma, onestamente, le mie relazioni più recenti sono nate tutte in un contesto queer quindi la reazione è molto rilassata. E’ da un po’ che non frequento persone non queer.
Le tue relazioni sono state influenzate dal tuo essere bisessuale?
Nell’ ultima relazione importante che ho avuto (dalla quale è nato il mio bimbo) la mia bisessualità non è mai stata un argomento fondamentale; sfortunatamente le dinamiche di quella relazione non sono mai state tra le migliori, compresa una certa invidia nei confronti di altre persone.
Quando hai fatto coming out con il tuo bambino?
Ho fatto coming out come transessuale con il mio bimbo quando aveva cinque anni, prima che cominciasse la scuola, in modo da dargli il tempo di riflettere sulla questione e fare tutte le domande che riteneva importanti. Riguardo il coming out come bisessuale…beh ho comprato “Il grande grosso libro delle famiglie” piuttosto presto e ricordo di averlo letto insieme a lui quando aveva tre anni e che gli era piaciuto molto. E’ un libro molto variegato e inclusivo che descrive bambini che vivono in nuclei familiari diversi, come due mamme o solo con il papà o con i loro nonni o bambini con famiglie molto o poco numerose che magari hanno abitudini diverse e festeggiano tipi di feste diverse. Il concetto di “diversità” è un argomento che abbiamo affrontato molto presto e adesso io stessa vivo in un contesto familiare “queer normativo” quindi per lui è del tutto naturale. Un coming out “specifico” sulla mia bisessualità, fino ad ora, non è stato necessario.
Come è avvenuto il coming out con il tuo bambino?
Per spiegare la mia transessualità mi aiutato molto il libro “I am Jazz”. L’abbiamo letto insieme e gli ho spiegato che anch’io sono simile alla ragazza del libro. Riguardo la bisessualità gli ho detto che ci sono persone che amano altre persone di sesso diverso e che anche per me è così ma non è stato un momento scelto o pianificato; è stato più un accenno.
Il tuo bambino è bisessuale?
Ha appena compiuto 8 anni quindi non è qualcosa di cui abbiamo discusso ma ho notato, durante una conversazione avuta recentemente, che tende a distinguere fra “amico” nel senso di compagno e “amico amico” nel senso di persona che gli piace, sentimentalmente parlando. In tedesco, la mia lingua madre, abbiamo solo una parola che esprime tutti e due i concetti anche se distinti da un punto di vista di genere/sesso. Lui tende ad usare la parola “amico amico” nei confronti di entrambi i generi. Chissà!
Se fosse bisessuale quale sarebbe la tua opinione in merito?
Personalmente non ha nessuna importanza per me chi gli piace o chi ama frequentare.
La tua città/nazione è inclusiva nel confronti delle persone bisessuali?
Abbiamo due grossi gruppi di supporto per persone bisessuali che sono molto inclusivi di tutti i generi. Questo è un enorme vantaggio.
Un consiglio che ti senti di dare ad altri genitori/famiglie bisessuali:
Aiuta i tuoi figli a riflettere sul perché diano per scontato che in una coppia ci siano rigide divisioni di genere e orientamento sessuale e perché non possa essere il contrario di quello che pensano, per esempio. Sfidarli a pensare fuori dagli stereotipi eteronormativi aiuta molto. E poi… leggete Il Grande Grosso Libro delle Famiglie!