Contrariamente a quanto molti pensano, le persone bisessuali e pansessuali possono anche essere genitori. E c’è di più: possono anche essere genitori in coppia dello stesso sesso, cioè genitori arcobaleno. Ironia a parte, per i pochi che considerano questa cosa ovvia, ce ne sono ancora tantissimi per cui le famiglie arcobaleno sono unicamente formate da persone gay e lesbiche. Non è così. Il numero di coppie same-sex e di famiglie same-sex con un elemento o entrambi gli elementi bisessuali o pansessuali è molto ampio, molto più di quanto non si pensi. Ecco perché questa recentissima analisi di ILGA Europe riguarda anche noi e molto da vicino.
Buona Lettura.
Traduzione di Anna; revisione di Francesca
Famiglie Arcobaleno in Europa: sei cose che non sapevi
Nei vari Paesi europei i diritti delle famiglie arcobaleno divergono tra loro, eppure ogni Paese ha una cosa in comune: la protezione legale per i genitori LGBTI e i loro figli è in stallo. In occasione della Giornata Internazionale delle Famiglie 2021, esaminiamo le diverse situazioni e le sfide per le famiglie arcobaleno in tutta la regione.
“Le famiglie arcobaleno esistono, che vi piaccia o no”, dice Bjorn Sieverding del Network of European LGBTIQ Families (NELFA) in uno dei nostri ultimi podcast, tratto da una stagione dedicata proprio ai diritti delle famiglie arcobaleno in Europa. Negli ultimi 30 anni, il riconoscimento legale delle famiglie arcobaleno ha fatto enormi progressi, ma di solito a fronte di una forte opposizione. Più recentemente, le famiglie arcobaleno in tutta Europa stanno subendo gravi contraccolpi: Polonia e Serbia hanno vietato i trattamenti di fertilità per le donne single, la Russia ha confermato il divieto del matrimonio tra persone dello stesso sesso con un emendamento costituzionale e in Ungheria le coppie non sposate non hanno più accesso all’adozione.
Mentre le famiglie arcobaleno e i diritti delle persone LGBTI continuano ad essere sotto attacco in diversi Paesi europei, ecco sei punti che riguardano le famiglie arcobaleno in Europa oggi:
1. Solo dieci Paesi in Europa permettono il riconoscimento automatico della co-genitorialità
I bambini dovrebbero avere protezione legale e uguaglianza dal momento in cui vengono al mondo. Attraverso il riconoscimento automatico della co-genitorialità, i bambini nati da coppie, indipendentemente dall’orientamento sessuale e/o dall’identità di genere dei partner, non devono affrontare alcuna ostacolo per godere di diritti legali verso entrambi i genitori. I Paesi che attualmente forniscono il riconoscimento automatico della co-genitorialità sono: Austria, Belgio, Danimarca, Irlanda, Malta, Paesi Bassi, Norvegia, Portogallo, Spagna e Regno Unito.
2. Dieci Paesi europei non riconoscono i figli di genitori non biologici
In Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Grecia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Romania, Polonia e Slovacchia, le famiglie arcobaleno non esistono, legalmente parlando (in Italia la legge è poco chiara e non univoca e si basa troppo spesso sulle singole sentenze. L’associazione famiglie Arcobaleno “sta presentando una richiesta formale ai Presidenti delle Camere e al Presidente della Repubblica affinché si legiferi in maniera chiara ed univoca sul riconoscimento pieno e siano garantiti diritti e tutele ai nostri figli e figlie” NdT). Pertanto, i figli delle coppie LGBTI sono lasciati senza protezione. Questa mancanza di protezione respinge le famiglie che non seguono i modelli tradizionali, ostacolando il loro accesso ai diritti fondamentali e impedendo la loro normalizzazione e accettazione nella società.
3. I curricula didattici e i protocolli sanitari non sono stati adattati per includere le famiglie arcobaleno
In tutta Europa, i genitori LGBTI rimangono invisibili, specialmente quando si tratta di educazione e salute. A scuola, i bambini non imparano a conoscere le diverse strutture familiari e non ci sono servizi sanitari che tengano conto dei diversi tipi di famiglie. Quando non ci sono servizi educativi e sanitari inclusivi, le famiglie arcobaleno dipendono dai singoli insegnanti e operatori sanitari che scelgono di fare la cosa giusta. Molte volte, è il bambino che in classe deve correggere l’insegnante in occasioni come la festa della mamma, invece di avere uno spazio per celebrare tutte le famiglie, chiunque siano i loro membri.
4. C’è un grande divario tra ciò che dice la legge e l’accettazione sociale delle famiglie arcobaleno
Anche nei Paesi in cui le famiglie arcobaleno sono protette, la legislazione e l’opinione pubblica non sempre vanno di pari passo. Secondo NELFA, l’opinione pubblica sta avanzando positivamente, ma la velocità varia molto. Molte persone non hanno mai incontrato le famiglie arcobaleno e quindi non conoscono l’argomento. Tuttavia, anche se in quasi tutti i Paesi ci sono delle lacune riguardo alcune disposizioni, in alcuni, come la Polonia e l’Ungheria, non c’è solo una palese ignoranza, ma un odio sostenuto dallo stato che minaccia i genitori LGBTI e i loro figli.
5. Le coppie LGBTI affrontano ostacoli quando cercano di accedere alla riproduzione assistita
In molti Paesi europei, le discussioni sui diritti riproduttivi sono sul tavolo, tuttavia, mentre le coppie di sesso diverso, cisgender, hanno facile accesso all’inseminazione medicalmente assistita, le persone LGBTI continuano ad affrontare la riluttanza dei fornitori di tali servizi su tutta la linea. Un’altra barriera sta sorgendo, dopo la raccomandazione del Consiglio d’Europa del 2019, che ha visto uno spostamento dalla donazione anonima di gameti verso un concetto di donatore conosciuto.
6. Un bambino non può avere più di due genitori.
In questo momento storico, la multigenitorialità (multi-parenting) non è riconosciuta in nessun Paese europeo. Le persone che si prendono cura dei bambini, che non sono i loro genitori legali, non esistono agli occhi delle leggi di tutta la regione europea. Tuttavia, sta diventando chiaro che le persone che crescono un bambino devono essere protette e sostenute, e questo è nel migliore interesse del bambino.