FoxLife ha recentemente proposto un articolo a tema bisessualità. Benissimo che se ne parli, no? No, se parlarne vuol dire incrementare stereotipi e pregiudizi che in realtà nella maggior parte dei casi si discostano dalla realtà bisessuale.
Che cosa significa essere bisessuali al giorno d’oggi? si chiede l’articolo. Tutto e nulla potremmo rispondere noi, consapevoli che l’etichetta include identità così diverse da non poter dare definizioni oltre a “persone attratte dal proprio e da altri generi”. FoxLife invece sembra avere le idee molto chiare su cosa siano i bisessuali oggi.
Nina Palmieri ci accompagna in un faccia a faccia con quattro adolescenti “alternativi” per scoprire gli intimi risvolti della loro vita sessuale. Ne emerge che la bisessualità è comune tra i giovani ed è “una tappa quasi obbligata nell’esplorazione della propria sessualità” e “una fase di ricerca”. Inutile negare che la bisessualità è sempre più comune tra i giovani rispetto al passato – o più probabilmente, sempre più consapevole e dichiarata – ma non è di certo una tappa, un’identità alternativa e nemmeno un risvolto puramente sessuale.
Alcuni (forse i più!) si portano dietro questa “tappa adolescenziale” per tutta la vita. La bisessualità non è certo il “momento gioventù” indicato dall’articolo. Al contrario, molti arrivano ad usare consapevolmente e con serenità questa etichetta soltanto in età adulta. L’articolo sostiene poi che “molto frequentemente la bisessualità faccia parte di un periodo di transizione per poi capire che cosa si è davvero. Insomma, può accadere che un adolescente non si senta ben definito, ma piuttosto immerso in un percorso di curiosità e conoscenza”. Se comprendiamo la sensazione del non sapere chi si è e cosa si desidera, affermare che molto frequentemente la bisessualità è un periodo di transizione per tenere a bada la propria confusione o curiosità è limitante. Per alcuni la bisessualità è sì un periodo in cui capire ‘da che parte stare’, ma per molti altri è un orientamento vero e proprio, una consapevolezza matura che caratterizza anche, e forse soprattutto, l’età adulta.
E nemmeno si tratta di una realtà alternativa relegata a chissà quali strane lobby (“Nina non ha scelto dei ragazzi diciamo comuni, bensì quattro teenager alternativi che le hanno raccontato quanto la bisessualità sia diffusa nel loro ambiente”), ma una sfumatura dell’identità che si può facilmente trovare in molti contesti diversi, anche i più quotidiani e banali. Si pensi per esempio alle coppie ad orientamento misto con partner di genere diverso o uguale. Un uomo e una donna, così come due donne o due uomini, magari sposati, che a prima vista potrebbero apparire perfettamente etero oppure omo, se solo uno o entrambi non fossero bisessuali. Una situazione ben diversa dalle (legittime) turbe adolescenziali, che non fanno però la regola.
Si parla poi di un “viaggio disinibito alla scoperta della propria sessualità”: una frase che rispecchia più la trama di un film erotico che non la realtà di persone che – disinibite o no – portano avanti delle battaglie per scoprirsi e farsi scoprire come persone prima che come esseri sessuati. Bisessualità infatti non significa nemmeno “collezionare i partner di entrambi i sessi” come ci dice FoxLife. Nina scopre infatti che “promiscuità non fa rima con irresponsabilità”: vero, ma promiscuità non fa rima nemmeno con bisessualità. Come l’eterosessualità e l’omosessualità, l’orientamento bisessuale non detta leggi numeriche: ci può essere un(a) partner per la vita o numerosi partner; ci può essere promiscuità o castità; ci può essere un aspetto puramente sessuale oppure solamente romantico, comprendendo ovviamente le infinite sfumature tra questi poli. Esistono relazioni bisessuali poliamorose, così come matrimoni monogami che durano una vita intera basandosi sulla fedeltà.
L’ennesimo pregiudizio dell’articolo colpisce non solo chi si definisce bisessuale, ma tutte le ragazze. “Fortunatamente, non c’è alcuna vergogna al riguardo: le ragazze hanno specificato di non farsi nessun problema nel tenere i preservativi in borsa. Insomma, alternativi, libertini, ma almeno responsabili.” Ci auguriamo che nessuna ragazza con i preservativi in borsa debba sentirsi libertina o alternativa. Ci auguriamo che la sicurezza sessuale per donne e uomini, ragazze e ragazzi, possa diventare la norma e non una stranezza di cui nemmeno ci si vergogna.
L’articolo ha quindi il pregio di parlare di bisessualità, dandone però uno spaccato davvero limitante che viene presentato come la regola. Rispettiamo le esperienze e le idee di questi giovani che, definendosi bisessuali, portano avanti un progetto di visibilità importante. Ma ci auguriamo che la prossima volta, per definire un orientamento non del tutto noto e presentarlo al grande pubblico, si vada oltre quattro testimonianze, considerando un campione più eterogeneo e sfaccettato così da capire davvero di cosa si stia parlando.