Leo: Alcuni pensano che ci sia un legame indistricabile tra l’emarginazione o la discriminazione derivante dall’appartenere al mondo LGBT+ e quelle derivanti dall’etichetta di nerd che spesso viene appiccicata a persone studiose, a volte geniali e/o amanti di giochi di ruolo.
Silvia: …o donne programmatrici che per puro caso sono lesbiche e che amano passare il tempo libero a smontare pc…
Il Garzanti invece: “Nell’uso giovanile, giovane dall’aspetto goffo e insignificante, che sublima la propria condizione con una grande abilità e passione per computer e videogame | studente che ottiene buoni risultati grazie all’ostinata applicazione, ma non brilla per intelligenza; secchione”.
Leo: Da ex secchione, nerd, geek etc con una certa popolarità e un discreto successo in amore non sono per niente d’accordo ma non importa…
È vero che in certi casi la predisposizione ad interpretare un ruolo da parte di persone LGBT+ è sviluppata. Molti di noi infatti, per la realtà che vivono e in cui sono immersi o per la difficoltà nell’accettarsi sviluppano fin da piccoli la capacità di interpretare un ruolo, assumere una maschera; per comodità, paura o semplicemente per darsi il tempo necessario ad imparare ad essere orgogliosi di quello che sono.
Silvia: a volte però per fortuna capiscono in età avanzata che oltre ad essere nerd possono permettersi anche di amare i fiori, così come amare il bricolage e soprattutto non poter fare a meno di stare a contatto con le persone…
Leo: La rappresentatività è sempre una cosa che mi sta a cuore. Ma non esiste solo il cinema, la TV, i media e i social. Rappresentatività è anche apertura e condivisione, come quando il mondo asessuale e il mondo B+ (accusato di “erotomania” ai massimi) decidono di organizzare un evento assieme; è anche tolleranza, quando una parte di Arcilesbica decide di non condividere posizioni transescludenti; è anche intersezione di insiemi, quando il mondo ludico-geek-nerd si avvicina al mondo LGBT+.
Silvia: Intersezione come nel caso di questa realtà, il coordinamento LGBTE Treviso, che abbiamo conosciuto di persona qualche tempo fa, una delle poche realtà in Italia ad includere nel nome la lettera E che troppo spesso non viene considerata fondamentale per il mondo LGBT+, ma che contempla degli alleati preziosi.
Leo: Oppure la nostra LGBTudine+, grazie alla sua “diversità” e alla sua (si spera) apertura verso il mondo, ci predispone alla duttilità verso il ricreare un mondo parallelo; il fantasy è d’altronde il mondo che vorremmo, in cui regole ferree ci concedono una grande libertà di cambiare la realtà e dove usando grandi poteri impariamo ad assumerci una grande responsabilità nell’usarli.
Del resto Lewis parlando col suo amico Tolkien commentò: “…ci sono troppo pochi racconti che ci piacciono. Temo che dovremo provare a scrivere qualcosa noi.”
Grazie al coordinamento LGBTE Treviso per questo evento speciale e buon divertimento a chi potrà esserci da parte dei due B-team nerd per eccellenza, Leo e Silvia.
Leo: Il mondo che vorremmo…
Silvia: … e che piano piano insieme riusciremo a costruire….