Ma siete impazzite? Ma dai, ma voi avete dei problemi? Ma come, con tutta la gente che cerca di scappare voi tornate?
Questi sono alcuni dei commenti dei nostri amici quando abbiamo detto che tornavamo in Italia.
Più che comprensibili dato il periodo, ci mancherebbe.
E noi ci siamo chieste più volte se davvero ne valeva la pena o no.
Tornare in Italia, nel paese da cui siamo praticamente fuggite un anno e mezzo fa. Giusto o sbagliato? Ce la faremo o no?
Ok, il lavoro è un problema. Grosso. Grossissimo.
Ma in questo siamo state fortunate: delle due, almeno una un lavoro fisso ce l’ha. E in questa situazione vi assicuriamo che è molto meglio l’Italia dell’Inghilterra, poiché il valore d’acquisto stipendio medio/costo della vita è molto più proporzionato qui che nel Regno Unito.
Ok, ma i diritti.
Già, i diritti!
Ecco, quella era la cosa che spaventava entrambe. Tornare nel buio italiano, dopo essere state libere di essere noi stesse per un anno e mezzo. Ci siamo abituate a girare per strada mano nella mano, a presentarci ovunque come coppia, a portare nel portafogli la tesserina con il nome dell’altra come “next of kin”, ovvero la persona più vicina da contattare ufficialmente in caso di problemi, a sapere che anche ai colloqui si poteva parlare tranquillamente di “partner” usando sempre il femminile.
Ci siamo chieste quindi come avremmo fatto a tornare nella “semi clandestinità” (per quanto lo sia per noi, dichiarate e sempre esposte) italiana.
Bene, il primo impatto è stato sorprendente! Sarà che siamo a Bologna (e questo di sicuro fa tanto), sarà che siamo cambiate noi, sarà che, come dicono in tanti, se ne parla di più, sarà quello che volete, ma io (che ero la più scettica) non rimpiango per nulla l’Inghilterra.
Da quando siamo qui ho fatto 2 colloqui in cui ho dichiarato apertamente il fatto di essere in coppia con una donna e in entrambi i casi mi sono state fatte delle proposte lavorative immediatamente.
Da quando siamo qui, ogni volta che usciamo a fare due passi ci teniamo per mano e abbiamo avuto la stessa sensazione che avevamo a Cambridge: nessuno ci ha minimamente guardate e men che meno apostrofate in nessun modo. Sembra quasi che sia la normalità e che non interessi a nessuno polemizzare per un gesto d’amore.
Siamo anche riuscite a baciarci per strada senza problemi ogni volta che ne abbiamo avuto voglia. Sguardi disturbati ne abbiamo avuti in Inghilterra (il bacio lì è forse troppo intimo per essere reso pubblico, a prescindere dalla sessualità degli interessati), ma qui neanche l’ombra!
E poi: ministri di destra e sinistra che parlano quotidianamente di diritti e leggi a favore del mondo LGBT, proposte di legge di varia tipologia.
Ma che è successo a questo paese in un anno e mezzo? Sembrano cose da Inghilterra! Forse dovevamo andare via noi??? 😉
In Inghilterra Cameron ha portato in parlamento un disegno di legge ben preciso per aggiungere alla civil partnership anche la possibilità di avere un vero e proprio matrimonio per tutta la comunità LGBT.
Ma attenzione, la proposta è nata dopo che il governo aveva fatto un referendum tra la popolazione per capire quante persone erano a favore e quante contro. Abbiamo votato anche noi, in quanto residenti iscritte all’AIRE (ndr.associazione italiani residenti all’estero).
La chiesa anglicana ha pressato tantissimo la politica perché non venisse portata alle due camere la proposta.
Sembrava quasi di essere in Italia 🙂
Ok, forse è solo che stanno cambiando tante cose nel mondo…ed era ora che anche i governi se ne rendessero conto.
Però non solo i governi! La gente comune e…la comunità LGBT insieme agli altri.
Infatti, con nostra piacevole sorpresa, siamo andate ad un aperitivo organizzato dal Cassero qui a Bologna e al banchetto abbiamo trovato questa:
Abbiamo imparato a conoscere questo slogan proprio in Inghilterra (some people are bisexual, get over it!) grazie al gruppo Stonewall che ha fatto una campagna massiccia ovunque contro omofobia, transfobia e BIFOBIA!
A Londra si vedevano in continuazione i famosi autobus rossi con banner di questo tipo, ma devo dire che trovare la stessa campagna in Italia, anche e FINALMENTE per i bisessuali è stata davvero un’ottima sorpresa.
Che ci fa dire: beh, bello essere tornate in Italia proprio ora e bello questo primo impatto con la comunità LGBT che forse, per prima, sta iniziando ad aprirsi a tutte le varie forme di sessualità!