Le persone intorno a noi: la storia di Paola

Sono Paola, ho 21 anni e sono bisessuale.

Mi ritengo una persona fortunata perché questa mia sfaccettatura l’ho scoperta quando ero veramente molto piccola, nonostante a quell’età non sapessi nemmeno effettivamente cosa fosse o che nome ciò avesse, e non ho mai attraversato una vera e propria fase di accettazione della mia sessualità perché non mi sono nemmeno mai posta il problema se ciò fosse giusto o sbagliato.

L’unica cosa che temevo era il giudizio esterno: temevo che gli altri non fossero “pronti”, che per loro fosse ancora più “strano” rispetto all’essere gay o lesbica.
Non ritenevo importante dover condividere ciò con chi avevo intorno e non ritenevo nemmeno quelle persone capaci di capire, non per mia presunzione, ma perché, non avendo io mai vissuto questa situazione come un peso, come qualcosa di assolutamente sbagliato, temevo che loro mi influenzassero e che me la facessero vivere male.

Avevo paura di poter essere etichettata in maniera distorta e di essere vittima di bullismo anche per quello, come se già il resto non bastasse.

Questo è il motivo per cui non sono uscita allo scoperto fino ai 14 anni.

Alle medie ho iniziato a capire che nome dare a questa “cosa” e finalmente alle superiori è arrivato il mio primo coming out ufficiale con Letizia, la mia migliore amica di allora.
In una telefonata pomeridiana, tra la tv accesa e la versione di greco che aspettava solo me, mi sono confidata e per la prima volta ho detto la parola “bisessuale” ad alta voce. Sentii il cuore leggero e la sua reazione mi sorprese: “E quindi?”.

Quelle parole mi hanno confortata più che mai: capii, in quei pochissimi secondi, che non dovevo giustificazioni a nessuno, che arrovellarsi la testa per gli altri era sbagliato e che non ero un mostro, almeno non per questa ragione.

Capii che potevo uscire allo scoperto senza preoccuparmi, ma dovevo farlo solo ed esclusivamente a titolo informativo, senza che le reazioni delle altre persone mi influenzassero in alcun modo.

Con Letizia parlai molto quel giorno, come sempre, e tuttora è una delle spalle più confortanti su cui posso poggiarmi.
A parte Letizia, molti miei amici e mie amiche lo avevano capito perché di certo non mi nascondevo, ma, dall’altro lato, non lo avevo mai detto ufficialmente come fu con lei. Se questa cosa “usciva” in qualche discorso la esternavo con una tale naturalezza che magari molto spesso passava addirittura inosservata o comunque chi mi ascoltava non ci dava il giusto peso. A volte però vedevo le loro espressioni scettiche soprattutto quando mi spingevo più in là del semplice apprezzamento verso una ragazza.

La seconda persona a sapere ufficialmente fu M., il mio ex da qualche mese a questa parte.
Poche volte, dopo il mio coming out con lui, ne riparlammo e proprio questo mi portò, per tutto il periodo della nostra relazione, diversi conflitti interni che non confidai mai a nessuno: da un lato una forte gelosia nei suoi confronti che mi portava a vedere le donne come una minaccia, dall’altro invece le vedevo come oggetto del mio desiderio.

In questi quattro anni di relazione con lui, infatti, involontariamente ho finito per mettere in ombra la mia bisessualità, non dandole il giusto peso, lasciandola finire quasi nel “dimenticatoio” e vivere in un posto senza spazi LGBTIQAP+ non mi ha aiutata affatto.

Prima che ci lasciassimo non sentivo comunque il bisogno di esternare completamente chi fossi, forse perché non mi conoscevo ancora abbastanza bene.
Dalla fine della nostra storia ho iniziato un “viaggio” alla ricerca di me stessa, una specie di rivoluzione personale in cui ho deciso di riprendere in mano questa mia identità in modo completo e di farne un motivo di orgoglio, in cui ho deciso di fregarmene completamente dei pregiudizi della gente, di superare ogni limite che credevo di avere e di gridarlo al mondo intero, perché tra omettere e nascondere c’è una forte differenza sicuramente, ma quando si tratta della nostra identità, in tutte le sue sfaccettature, la differenza è veramente labile.

Rivoluzione delle rivoluzioni: arriva Chiara nella mia vita, una bellissima altoatesina che ha da poco scoperto di essere anche lei bisessuale. Ecco la prova, la dimostrazione che mi avrebbero chiesto se avessi fatto coming out nel mio piccolo paese del Sud, perché, secondo loro, “come puoi sapere che ti piacciono anche le donne se hai sempre e solo avuto relazioni con uomini?”.

Con Chiara ora siamo buone amiche, ci sentiamo spesso, ci frequentiamo quando è possibile e siamo felici di quello che è stato il nostro percorso insieme. Quello che ci ripetiamo spesso è che è bello finalmente poter parlare con qualcuno che ti può capire completamente, che non ha pregiudizi, che non ti chiede prove di quello che sei ma che ti prende per mano e fa questo percorso con te.

Qualcuno che non ti vede come una indecisa, come una che non vuole ammettere di essere lesbica, come una ingorda, come una persona nella quale conviene riporre addirittura poca fiducia, ma soprattutto come una esibizionista.
No, noi non siamo questo.

Poi arriva Giuseppe, un ragazzo di una bontà disarmante che, in un periodo un po’ particolare della mia vita, vede in me qualcosa di speciale. Mi chiede di farsi accompagnare in un periodo di conoscenza di se stesso in cui si scopre gay e mi chiede di non lasciargli la mano durante questa salita.

Ma, in realtà, non sa che sono stata io a chiedere a lui di non lasciare la mia di mano. Perché lui è forte e determinato, al contrario di me che ho perso questa determinazione da un po’… ma proprio lui mi sta inaspettatamente aiutando a ritrovarla.

Iniziamo insieme un percorso che ci porta al Cassero, un luogo che ormai consideriamo un po’ come la nostra famiglia, anche se è da veramente poco che lo frequentiamo.
Troviamo un ambiente su misura per noi, dove ci sentiamo finalmente al pari di tutti gli altri e ora sono qui a scrivere di me, a mettermi a nudo per BProud, associazione di persone bellissime che mi hanno accolta senza esitazione. E non potrei esserne più felice.

Finalmente ho una mia dimensione in cui non c’è posto per omissioni di alcun genere, in cui ogni giorno scopro qualcosa di me che non avrei mai sospettato, in cui ogni giorno è il momento giusto per la mia affermazione.

Grazie per aver speso questo tempo a leggermi,
Paola

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