Siamo arrivati all’ultimo Bpeople prima della pausa estiva e oggi parliamo di Andrea Jenkins. Prima donna nera, trans e bisessuale ad essere eletta a una carica pubblica in America, nel Consiglio Municipale di Minneapolis.
Oltre ad essere una politica, è un’artista, scrittrice e attivista trans.
L’arte per lei è molto importante tanto che in un’intervista a Splinter ha raccontato: “Sono una poetessa, un’artista visiva e performativa. Ci provo a fare arte. Provo a capire il mondo intorno a me attraverso l’arte. Credo nel potere dell’arte e che essa sia un catalizzatore per il cambiamento nelle comunità.”
Andrea è anche un’attivista, lavora insieme al Transgender Oral History Project ed è molto orgogliosa di questo progetto. Il Transgender Oral History Project si occupa di collezionare, organizzare e rendere disponibili registrazioni delle storie dei membri appartenenti alla comunità trans.
In un’intervista al Pride Source ha raccontato come ha deciso di lavorare al progetto: “Ho guardato la descrizione del lavoro e ho pensato tra me e me che volevo assolutamente quel lavoro. Purtroppo, a causa dell’invisibilità della comunità trans, c’erano davvero pochi giornali, libri e organizzazioni che provavano a collezionare le loro storie. La Fondazione quindi ha pensato che il miglior modo di ottenere informazioni fosse parlare direttamente con le persone trans e produrre quindi un progetto storico orale.”
Riguardo questo progetto ha aggiunto che: “Abbiamo tante informazioni dai maschi bianchi e gay, ma molte meno riguardo la cultura lesbica. Ne abbiamo ancora meno riguardo la bisessualità, anche se sta crescendo, ma non abbiamo praticamente nulla riguardo la comunità trans. […]
Abbiamo bisogno di dire la nostra storia. Le persone stanno cercando di cooptare le storie delle persone trans e gender non conforming e di raccontarle dalla loro prospettiva. Perciò abbiamo bisogno di raccontare le nostre storie.” (Intervista a Splinter)
Andrea ha supervisionato 194 interviste di persone trans e gender non conforming e ha come obiettivo quello di raggiungere le 200 storie.
E’ sempre stata coinvolta nella politica e lo ha raccontato al Pride Source: “Sono coinvolta nella politica da molto tempo. Anche quando vivevo a Chicago, è una città molto politica. […] Ho avuto anche altre influenze. I Black Panthers hanno forti radici a Chicago. C’erano vari pilastri della giustizia sociale e diritti civili, come Jesse Jackson e il Reverendo Jeremiah Wright. Anche il Presidente Barack Obama era di Chicago. Perciò c’è una cultura politica molto ricca a Chicago. Infatti, la prima campagna a cui ho lavorato fu per Harold Washington che fu il primo sindaco nero di Chicago. Avevo 18 anni e fu la prima volta che votai e votai per lui, due volte. Quindi, sai, la politica ha sempre fatto parte del mio sangue, ma lavoro qui a Minneapolis da 12 anni con diversi membri del consiglio. Ho avuto la possibilità di vedere, sai, “come viene fatta la salsiccia” e tutto il processo politico. E ho potuto conoscere le persone del reparto in cui lavoro, sono i membri della mia comunità.”
Riguardo la sua candidatura, invece, ha detto: “I miei oppositori sono il razzismo, sessismo e la transfobia e perciò dobbiamo lavorare come se avessimo 8 oppositori, perché dobbiamo sfatare il mito che i candidati neri non lavorino duramente o non possano essere eletti. […]
Come donna trans afroamericana conosco in prima persona l’essere marginalizzati, tagliati fuori, buttati sotto un bus. Quei giorni sono finiti. Non vogliamo solo un posto a tavola – vogliamo apparecchiare la tavola.” (Intervista a Splinter)
Andrea si impegna duramente per portare visibilità alla comunità trans e alle loro storie, partendo innanzitutto dalla sua esperienza personale. Questa candidatura è sicuramente una vittoria, per Andrea e per tutta la comunità trans e LGBTQ+.