Matrimonio/relazione ad orientamento misto (in inglese MoM o MoR): il legame tra due persone con orientamento sessuale diverso l’una dall’altra.
Questo termine racchiude in realtà una gamma di significati specifici diversi, ma, per quanto riguarda la bisessualità, possiamo affermare che se sei bisessuale e hai una compagna o un compagno, a meno che la tua metà non sia a sua volta bisessuale, sei in una relazione o in un matrimonio ad orientamento misto.
Perché non chiamarla semplicemente relazione etero o relazione gay?
Perché se sei qui e ci stai leggendo è molto probabile che, guardandoti allo specchio, tu non veda né una persona etero né una persona gay, ma bisessuale. E se tu non sei etero o gay neanche la tua relazione lo è.
Ma quindi non è solo il legame tra una persona bi e una etero?
Assolutamente no. Esistono in varie forme e non è raro trovare una coppia same sex in cui un membro sia gay e l’altro bisessuale. Anche le persone transgender o genderfluid possono trovarsi in una relazione ad orientamento misto.
Perché ha tanta importanza questa definizione?
Lo ha perché cancellare il proprio orientamento e la propria identità in base a quella del proprio partner lascia un po’ quel retrogusto amarognolo di qualcosa di non completamente giusto, che non ci soddisfa, che ci lascia “non noi”. Magari non subito, magari non tanto, ma dentro di noi sentiamo sempre quella vocina che ci ricorda “non sono etero e non sono gay: sono bisessuale”. E la mia famiglia lo è insieme a me.
Quante relazioni/matrimoni di questo tipo esistono nel nostro paese?
Numerosissime anche se stime precise sui MoM in Italia sono difficilissime da reperire per via della difficoltà che il singolo individuo può incontrare nel capire/accettare il proprio orientamento e per la profonda bifobia, interiorizzata o dell’ambiente esterno, che circonda l’attrazione per persone dello stesso sesso in seno a “relazioni eterosessuali” e per l’altro sesso in seno a “relazioni omosessuali”. Ecco perché, in attesa di statistiche ufficiali serie, cominciare a parlarne è già un grande traguardo. Prendere coscienza di sè, capire se questo è il nostro caso, confrontarsi con altri che vivono le stesse situazioni e parlarne con il proprio partner ci consente di uscire da quella zona d’ombra in cui spesso noi stessi ci releghiamo e di vivere la vita in modo sereno e soddisfacente.
Perché è utile saperne di più sui MoM e perché dovrei affrontare il discorso insieme al mio partner e alla mia famiglia?
Le risposte a questa domanda sono simili a quelle del “perché fare Coming Out”. Fermo restando che nessuno dovrebbe sentirsi forzato a parlarne con la propria famiglia se non si sente pronto e se l’ambiente in cui vive è ostile e poco sicuro, i vantaggi sono tantissimi:
- per se stessi, prima di tutto, per sentirsi finalmente appagati e liberi e per vivere la quotidianità con maggiore leggerezza, salute ed equilibrio;
- per la nostra famiglia, per correttezza nei confronti del nostro partner e per trovare insieme il giusto equilibrio della coppia. Anche per i nostri figli, se ci sentiamo pronti, ma parleremo prestissimo di CO con i nostri figli in un post a parte;
- e infine per la comunità bisessuale, per sfatare il mito che una volta legati o sposati o con figli si smetta di essere bisessuali e si diventi automaticamente etero o gay in base all’orientamento del nostro partner. Per dire: “ci siamo, esistiamo e siamo tantissimi e fieri. Andiamo oltre i soliti dannosissimi cliché che ci vogliono leggendari come unicorni e incapaci di avere relazioni durature”.
Come si finisce in una relazione ad orientamento misto senza rendersene conto?
E’ probabile che la risposta a questa domanda sià già chiara a molti. Se da una parte la società “preme” affinchè l’unico matrimonio considerato valido sia quello tra un uomo ed una donna eterosessuali, da qualche tempo, anche nel nostro paese, i matrimoni e le unioni civili tra persone dello stesso sesso sono legali. La realizzazione tardiva della propria bisessualità o l’accettazione di una bisessualità latente tenuta a freno dalla bifobia interiorizzata può quindi avvenire sia in coppie opposite sex che same sex. E mentre molto spesso capita che la persona bisessuale creda onestamente di poter mettere da parte questo lato di sé (finché non si rende conto che è difficile e anche ingiusto per se stessi e per gli altri), il consiglio che ci sentiamo di dare è: parlatene. Prima nell’evoluzione della coppia si ha modo di parlarne, meglio è.
Cosa succede ad un MoM una volta preso atto del proprio orientamento?
Non c’è un’unica risposta a questa domanda. Uno degli scenari è sicuramente l’accettazione immediata o un periodo di aggiustamento seguito dall’accettazione serena della nuova situazione. Ma, realisticamente, ci può essere anche un periodo di difficoltà, più o meno lungo, che è necessario affrontare insieme e/o con l’aiuto di esperti e consulenti. E’ importante ricordare che le complessità di un matrimonio ad orientamento misto non sono diverse da quelle di un matrimonio tra persone con lo stesso orientamento. Dialogo, affetto, rispetto, pazienza e voglia di trovare una soluzione condivisa sono sempre gli ingredienti giusti. Al di là dell’orientamento di ciascuno di noi, ci piace immaginare che, nel 2018, una coppia nasca e cresca per amore e che sia in grado di superare le difficoltà insieme. La realtà, lo sappiamo, può essere diversa e nel nostro paese esistono associazioni, terapie di gruppo, consulenti di coppia e psicologi specializzati in dinamiche di coppia LGBT che possono aiutare.
Il nostro augurio è che questo breve articolo possa aiutare chi di noi sta attraversando un periodo di dubbi o difficoltà all’interno della coppia o che quantomeno faccia da spunto per una seria riflessione sull’argomento anche da parte degli “addetti ai lavori”. Aspettiamo le vostre esperienze!