Lo spunto per questo post un po’ buffo nasce da un articolo che ho letto qualche tempo fa. L’autore, un uomo dal non meglio identificato orientamento sessuale (ma ho un fortissimo sospetto… ahem… etero) analizzava una recente statistica in cui si riportava che tra i maggiori fruitori di prodotti erotico/sessuali con protagonisti M/M (male on male) ci fossero le donne.
Il giovane autore si dimostrava genuinamente sbalordito e cercava di capire le cause di tale, inaspettato, risultato statistico.
Io mi sono ritrovata a ridacchiare un pochino, lo confesso, perché mi aspettavo che l’articolo finisse con qualcosa tipo “ora magari scopriremo anche che le donne si masturbano!! Shock!!” e perché la sua sorpresa lì per lì mi suonava un po’ bizzarra.
Ripensandoci però mi sono detta: forse non è poi l’unico ad esserne sorpreso e forse posso anche, almeno in parte, immaginare perché.
Torniamo un attimo indietro. Quando si parla di “prodotti erotico/sessuali con protagonisti due o più uomini” ci si riferisce sia alla pornografia in senso classico, sia a tutta quella enorme branca della letteratura che è il romanzo erotico/romantico. Gli M/M novels. Mentre del primo argomento so veramente poco (cercherò di mettermi in pari, giuro!), del secondo so invece parecchio. Perché? Perché sono una sciura bisessuale di una certa età a cui piace molto leggere e che è troppo stanca per affrontare i mattoni di un tempo ma allo stesso tempo ha ancora quella romantica verve che dà un po’ di pepe alla vita.
Detto prosaicamente: posso consumare impunemente pornografia di “un certo livello” ma in formato scritto e farcita di amore, sentimenti e tragedie a lieto fine e spacciarmi quindi per un’intellettualoide che sta spanne sopra a “quelli che guardano i porno”.
Ho cominciato ad appassionarmi al genere con un romanzo che non ha niente a che vedere con tutto ciò (è un capolavoro, non osate metterlo vicino ad altra roba!) ma che in fondo in fondo è un po’ un precursore e cioè “Maurice”, romanzo scritto da Edward Morgan Forster nel 1914 ma pubblicato solo nel 1971, postumo. I motivi possiamo immaginarli se conosciamo il libro e un po’ di storia britannica.
L’ho letto moltissime volte, sempre accompagnata dalla stessa musica di sottofondo (“Nightbook” di Ludovico Einaudi) e sempre divorando le ultime pagine, in lacrime, scalpitando e chiedendomi “e ora?? Che succederà!?”
Un paio di anni or sono, dopo l’ennesima lettura mi son detta: ohibò, mi piace parecchio. Vediamo se ne trovo altri, magari contemporanei, su temi simili. E mi si è aperto un mondo, ovviamente. Fortunatamente, un po’ per caso, un po’ per esperienza e un po’ per buoni consigli ricevuti, sono entrata in questo immenso “genere” dalla porta principale, saltando a piè pari le tonnellate di robaccia che circolano. Ho degli autori a cui sono affezionata e mi fido dei loro consigli. Una cerchia ristretta in un immenso oceano fatto spesso di carta straccia.
Ma torniamo alla statistica: chi costituisce la più grande fetta di lettori di questo “genere letterario”? Si potrebbe pensare ingenuamente, come qualcuno fa, che siano gli uomini gay o bi. Si parla di sesso tra uomini!
E invece no. Le più grandi fruitrici sono le donne. E in particolare le donne etero. Seguite da quelle bisessuali ma in netta minoranza e da uomini gay e bi (cis e trans) praticamente in un angolino.
Perché? Visto che ci piacciono i quiz, lasciamo per un attimo le spiegazioni filosofiche e passiamo al terra terra.
Perché secondo voi?
1. Perché le donne non hanno niente di meglio da fare
2. Perché le donne etero sono in realtà tutte uomini gay repressi
3. Perché alle donne etero ci piace tanto il willy e, per parafrasare una vecchia canzone, “è qualcosa che più ce n’è meglio è”?
Indovinato? Ecco spiegato uno dei motivi, caro giovane e stupito autore dell’articolo sopracitato. Alle donne etero ci piace il willy! Anche se non lo sbandierano ai quattro venti quando sono in compagnia di amici maschi.
Ma c’è anche dell’altro. Molto altro.
Corpi maschili che magari, in altro tipo di letteratura erotica, sono descritti in modo aggressivo, eccessivo o anche violento e che, in qualche modo, si trovano in una posizione di “superiorità” rispetto alla donna, diventano belli, dolci, umani, raccontati all’interno di rapporti spesso alla pari in cui non c’è per forza un “penetrante” ed un “penetrato” già stabilito. Non da ultimo alcune lettrici ammettono che non avere una donna nel ménage (o che quando c’è è comunque all’interno di un ménage poliamoroso a prevalenza maschile in cui lei è quella coccolata e amata) non fa scattare in loro quella sensazione di inadeguatezza (fisica o emotiva) che le mette in competizione con un’immagine di donna completamente irrealistica, come sono spesso le protagoniste di romanzi erotici F/M. Ovviamente anche molti dei protagonisti delle storie M/M sono spesso totalmente irrealistici (tutti bellissimi, spesso molto sensibili e dal carattere quasi infallibile) ma sono uomini quindi piacciono e basta senza creare ostilità. Nell’immaginario della lettrice eterosessuale poi, il fatto che siano uomini gay o bisessuali (prevalentemente cis ma non mancano i protagonisti trans) ne “giustifica” gli atteggiamenti romantici e “femminili” che spesso, a torto, non vengono associati al protagonista etero dei romanzi erotici F/M in cui l’uomo, come già accennato, ha un’ altra funzione spesso più “macha” e aggressiva.
Analizzando la cosa da un punto di vista puramente “letterario” questa è anche un po’ la rivalsa delle storie d’amore same sex a lieto fine dopo secoli di letteratura tragica che il lieto fine non lo ammetteva per niente. Il finale tragico doveva essere d’obbligo perché prevedere un lieto fine voleva dire ammettere che una storia omo o bisessuale potesse essere legittima e magari regalare imperitura felicità ai protagonisti.
Non sono pochi gli autori M/M con cui ho avuto modo di parlare che hanno deciso di cominciare a dedicarsi a questo genere proprio per l’intenso desiderio di dare un lieto fine a personaggi che spesso, nei romanzi, non l’hanno mai avuto o, evidentemente, non l’hanno mai meritato.
Qui è esattamente l’opposto. Troppi fiocchetti? Forse, ma chi ha bisogno di altre tragedie?
E sapete chi costituisce la stragrande maggioranza di autori di libri M/M? Uomini gay o bisessuali? No no. Ci sono, certo, ma in minima parte (così come ci sono anche uomini trans tra gli autori). No, sono donne per lo più etero. E’ quindi un prodotto per donne scritto dalle donne. E vi dirò, per quanto possa sembrare un genere sciocco, per casalinghe disperate, i buoni prodotti e i bravi autori (di quelli cattivi non ne parliamo neanche), quelli che stanno attenti alla terminologia corretta, che creano storie appassionanti ed originali e che lo fanno con cura, hanno aiutato e aiutano tutt’ora la comunità LGBT+ di tutto il mondo, sensibilizzando sull’argomento larghissime fasce di popolazione che magari prima non ne sapeva nulla e donando parte dei proventi a tante associazioni LGBT+. Stanno creando intere schiere di alleati praticamente dal nulla. Signore non più giovanissime, ok, ma pur sempre ottimi alleati.
L’unico aspetto negativo in tutto ciò? Che essendo le donne etero le più grandi estimatrici del genere, c’è una carenza cronica di buoni (o a volte anche solo decenti) romanzi F/F. Che per una donna bisessuale è un po’ un dramma, ammettiamolo. Qualche consiglio?