Articolo originariamente pubblicato da ILGA-Europe (link all’articolo originale)
Traduzione di Francesco; revisione di Francesca
Mentre ILGA-Europe lancia un programma di raccolta fondi per rafforzare la capacità delle organizzazioni LGBTI in Europa e Asia Centrale nel panorama attuale di crescita di forze anti-LGBTI, condividiamo qui tre tattiche da sviluppare di fronte a gruppi che strategicamente attaccano i nostri diritti e le nostre vite.
Le forze anti-LGBT sono molteplici e diffuse ma anche largamente unite nei loro sforzi di limitare i diritti delle persone LGBT, di incoraggiarne la discriminazione e di avere un effetto negativo sulla loro vita di tutti i giorni. Le loro tattiche sono immediatamente riconoscibili: diffondere disinformazione dannosa sulle persone LGBTI e sulle loro vite; avviare ed alimentare campagne denigratorie contro attivisti LGBTI; attaccare i fondi dei movimenti LGBTI; fare campagne contro leggi progressiste; fare lobbying per leggi e politiche discriminatorie. E queste sono solo alcune delle loro strategie.
Il risultato è che attivisti in Europa e Asia Centrale fanno quotidianamente fronte a ondate di attacchi anti-LGBTI. Lo fanno quando aprono le loro e-mail, quando ricevono richieste dai media, quando pianificano il loro lavoro, parlano alle comunità, richiedono fondi, prendono incarichi pubblici o comunicano sui social media.
Oltre ai soliti sospetti, cioè Polonia e Ungheria, che al momento ricevono tutta l’attenzione dei media, la retorica anti-trans sta guadagnando terreno in Gran Bretagna, Danimarca e in molti altri Paesi europei. L’allarmante aumento di questi attacchi e la loro portata sono in contrasto con la percezione che l’Ovest sia il meglio e che l’Est sia sempre in rincorsa.
La ferocia degli attacchi anti-LGBTI può scoraggiare, generare un senso d’impotenza ed essere estenuante. Cosa possiamo fare non solo per sopravvivere ma per resistere e contrastare le forze anti-LGBTI?
Ecco tre ambiti di lavoro determinanti ma spesso nascosti, sottovalutato o portati avanti dagli attivisti su base volontaria e con poche risorse a loro disposizione.
1. Comunicazione
Spesso, i soggetti anti-LGBTI dirottano la nostra storia e la nostra tradizione culturale. Presentano un’immagine distorta di chi sono le persone LGBTI, di come vivono e di ciò che vogliono. Rispondere in modo proattivo alle forze anti-LGBTI significa raccontare la nostra storia secondo i nostri termini, usando il nostro linguaggio e facendo sentire la nostra voce. Come indica la recente analisi di ILGA-Europe sui bisogni della comunicazione, è essenziale che investiamo tempo ed energie non solo nello sviluppare competenze di comunicazione ma anche nel pianificare una comunicazione strategica. Dobbiamo sviluppare tattiche per affrontare l’incitamento all’odio e le campagne di diffamazione. A quel punto sapremo come agire e cosa dire quando saremo colpiti da una nuova bugia o un nuovo attacco.
Per meglio capire le premesse e le logiche dei messaggi anti-LGBTI, dobbiamo svolgere una ricerca. Ciò caratterizzerà la nostra stessa comunicazione, dal momento che saremo in grado di capire cosa funziona e cosa no. Dobbiamo tirare fuori modi creativi e convincenti per rivendicare il valore dei diritti umani, in modo da promuovere messaggi positivi, convincenti e invitanti. Come possiamo offrire un’immagine inclusiva e coraggiosa del futuro, basata sulla visione di una società che abbia radici nei diritti umani? Forse questo può sembrare un racconto di fantascienza ma dobbiamo diventare scrittori audaci, dobbiamo reinventare il mondo e trovare alleati per rendere questa immagine una realtà.
2. Costruire alleanze
Una delle tattiche anti-LGBTI più devastanti è il vecchio divide et impera. Le forze distruttive lavorano per dividere e mettere le comunità l’una contro l’altra, rompendo alleanze che erano precedentemente forti (si prenda ad esempio la spaccatura in alcuni contesti tra movimenti lesbici e transgender, o tra gruppi di donne e transgender).
Un’arma super potente per battere questo tipo di attacco subdolo è la costruzione di alleanze con attori esterni al movimento LGBTI. Abbiamo bisogno di strategie migliori e più allineate per contrastare e resistere alle reazioni anti-LGBTI e anti-genere, per cogliere le opportunità e mobilitare ulteriormente gli alleati. Pensate alla costruzione di alleanze come alla creazione di reti solide di supporto e amicizie, un fattore che la pandemia da COVID ha fatto emergere come bisogno umano fondamentale. Abbiamo bisogno di connessioni in cui i nostri valori siano condivisi e su cui possiamo fare affidamento nei momenti difficili.
Chiedetevi: quali sono i nostri punti in comune con altri attori del movimento per la giustizia sociale – coloro che lavorano con e per i migranti, le popolazioni indigene, le donne, le minoranze etniche e i sex workers? Potremmo trovare nuovi gruppi con cui sostenere in modo congiunto le leggi contro la discriminazione? Potremmo creare narrative alleate sui diritti umani? Potremmo inventarci nuovi modi per mobilitare parti della popolazione e del movimento per i diritti civili che mai prima d’ora si sarebbero espresse a favore dei diritti LGBTI?
3. Coesione nel movimento LGBTI
Nel 2020, non solo il COVID-19 ha avuto un impatto sulle nostre comunità, ma le forze anti-LGBTI hanno anche utilizzato le reazioni dei governi alla pandemia per approvare leggi discriminatorie e usare le comunità LGBTI come capro espiatorio, incolpandole del declino economico e dei fallimenti politici nell’affrontare il virus. In queste circostanze, amarci e sostenerci a vicenda è qualcosa che dobbiamo a noi stessi come movimento.
Incontriamoci più spesso e condividiamo i modi in cui siamo sopravvissuti e abbiamo persino prosperato in questi tempi senza precedenti. Rafforziamo i legami all’interno del movimento LGBTI tra diversi sottogruppi, regioni e persino Paesi. Lavoriamo sul costruire la fiducia, se si è indebolita. Riconosciamo i conflitti e lavoriamo sulla loro risoluzione e prevenzione. Non temiamo di affrontare conversazioni critiche e spesso difficili su resilienza, benessere, inclusività, potere e privilegio.
Investiamo consapevolmente tempo ed energia per riunirci con i nostri colleghi e compagni di squadra, per ricordarci perché facciamo ciò che facciamo, per riconoscere il danno e il dolore causati dalla disinformazione e dall’odio, ma ricordando la gioia di essere vivi mentre rimaniamo fedeli a ciò in cui crediamo. Trovare gioia nell’essere chi siamo, nel vivere la nostra vita e nel fare il nostro lavoro, ci aiuterà a prevalere.