Come scriveva Anna in questo articolo, anch’io, pur essendo monogama, subisco il fascino del poliamore.
Ho letto diversi libri sull’argomento e ogni volta che mi capita sottomano una storia raccontata in prima persona, come quella di Rio, la leggo o la guardo con grande interesse e curiosità. Spesso mi sono interrogata se questo stile relazionale potesse fare anche per me, ma sebbene in teoria sia tutto molto bello e allettante, proprio non mi ci vedo ad aspettare Silvia che rientra a casa dopo un appuntamento galante con un’altra. La gestione della gelosia e la quantità di energie emotive che richiede una relazione poliamorosa sono, lo ammetto, al di là delle mie capacità. Per non parlare del fatto che se ne sente parlare così poco – e spesso in termini così tragici – che faccio fatica anche a immaginare come potrebbe essere avere una relazione così in real life.
Se la bisessualità è poco rappresentata nei media, il poliamore lo è ancora meno. Per questo, quando su Netflix è comparsa la serie “You Me Her” sono corsa subito a vederla, anche perché quando si parla di poliamore quasi sempre, in qualche modo, si parla anche di bisessualità.
Per chi non conosce la storia, la serie parla di una coppia etero di Portland, Emma e Jack, che affronta una serie di difficoltà e vicissitudini tipiche di tanti WASP fra i trenta e i quaranta: hanno una bella casa in periferia, due carriere ben avviate, qualche caro amico, dei vicini impiccioni e non riescono ad avere figli… anche perché, da qualche anno, di sesso ne fanno davvero poco. Talmente poco da arrivare a mentire alla terapista di coppia a cui si sono rivolti per tentare di risolvere le cose. Già, perché Emma e Jack si amano, e tanto. Stanno bene insieme, condividono interessi e ambizioni, ridono e hanno ancora una bella complicità. Ma la passione sembra essere un ricordo lontano.
Finché un giorno, dietro consiglio di suo fratello, Jack contatta una escort: non cerca e non vuole né una prostituta, né una relazione extraconiugale vera e propria, ma con questo tentativo disperato vorrebbe ritrovare un brivido che non prova più da tempo e che spera di riportare a casa, per ravvivare la sua vita sessuale con Emma. Niente sesso, e soprattutto, “niente penetrazione”, come sottolinea Izzy, la studentessa in psicologia che si mantiene gli studi con questo escamotage e che risponde alla chiamata di Jack. Quello che nessuno dei due aveva messo in conto, incontrandosi in una camera d’albergo, era di piacersi davvero. Dopo poco più di un bacio, però, Emma chiama Jack al cellulare e interrompe i due, giusto in tempo perché non venissero trascinati oltre il limite prefissato.
Tornando a casa, Jack confessa tutto a Emma, che reagisce con una comprensibile rabbia. Mostrando una curiosità quasi morbosa, insiste affinché Jack le mostri il sito di Izzy. Da qui la scena passa al giorno successivo e mostra Emma intenta a sfogarsi con l’amica del cuore in un bar. Di lì a poco le raggiunge proprio Izzy che, ignara dell’identità di Emma, crede di trovarsi davanti la sua prima cliente donna. Emma svela a Izzy la sua identità e le due finiscono per baciarsi nel bagno del locale.
La sera stessa Emma e Jack rifanno l’amore dopo tanto tempo… e alla fine Emma gli rivela che non solo ha visto – e baciato – Izzy, ma che non era la sua prima volta con una donna. Né la seconda.
Da lì inizia la loro stramba avventura a tre, che – come intuirete – non si limiterà solo al sesso. Già, perché Izzy perde la testa sia per Jack che per Emma ed è ricambiata, e allo stesso tempo l’amore tra la coppia torna a essere più forte (e passionale) che mai.
Idilliaco, vero? Non proprio 😀 Ma per scoprire tutte le vicissitudini della “troppia” dovrete guardarvi la serie, perché gli spoiler finiscono qui 😉
Dopo avere visto le prime tre le stagioni, posso dire che la serie mi è piaciuta parecchio. E non solo perché tratta due temi – bisessualità e poliamore – che mi stanno a cuore e di cui normalmente si parla poco e male, ma anche perché lo fa mantenendo sempre toni leggeri. Anche quando ci sono colpi di scena (e ce ne sono!) e porte chiuse in faccia (e ce ne sono, anche di quelle!), la storia rimane ben lontana dai drammi e dalle pesantezze a cui purtroppo siamo abituati, soprattutto in ambito LGBT+. Tutto, dalle evoluzioni personali agli intrecci della trama e delle relazioni, viene affrontato con una vena d’ironia che alleggerisce anche le situazioni più critiche. Verso la metà della seconda stagione emerge prepotentemente anche il tema della bifobia e della bi erasure, in un modo che – ammetto – mi ha fatta vacillare non poco. Ma tenete duro fino alla fine, vi prometto che ne varrà la pena!
Un altro aspetto che ho amato è che i tre protagonisti si evolvono sia dentro che fuori dalla relazione. Non rimangono statici, né si fossilizzano sul nido d’amore che tentano di costruire tra le quattro mura di Emma e Jack. Ognuno di loro, a livello professionale e personale, compie un percorso che li porterà a tirare fuori coraggio e autenticità, sfidando sia le aspettative della famiglia sia quelle della società.
Spero di avere solleticato la vostra curiosità e… aspetto i vostri commenti!
F.
PS: ah, se ve lo state chiedendo, le scene di sesso ci sono e, sebbene non troppo esplicite, valgono decisamente la pena. Vi ho convint*?
PS2: la produzione ha da poco confermato una quarta stagione 🙂